Il 2016 non è stato l’anno più bello.
Nel 2016 mi sono scontrata con situazioni nuove, emozioni nuove e una grande perdita, enorme per me.
Questo è un post diverso dagli altri, non so neanche io perché sento di doverlo condividere qui. Ma forse le considerazioni a cui sono arrivata possono essere un inizio per qualcun’altro. Si perché alle volte lo faccio anche io, guardo gli altri, guardo come reagiscono alle cose, agli eventi e cerco di imitarli, o almeno cerco di capirci qualcosa.
Più o meno mi è successo così, ho perso una persona che per 26 anni è stato uno dei miei punti di riferimento, avete presente le domande che vi vengono poste in quiz stupidi del tipo: chi è la prima persona che chiameresti se hai un problema? se la macchina si rompe? se hai preso un brutto voto? Se un esame non lo hai passato? ecco la mia risposta era ed è Ito.
All’inizio ti sembra strano, ti senti come in una bolla, pensi che prima o poi tornerà e rientrerà da quella porta, pensi che tenere ancora il numero salvato sul telefono sia ancora utile, pensi che la sua poltrona in casa abbia ancora la sua forma e pensi sempre che le 11.11 non siano l’ora della sua morte, ma l’ora in cui lui ritorna a casa dopo il suo giro.
I ricordi più belli che ho dell’infanzia solo legati a lui, a quando aspettavo santa Lucia e arrivavo a casa loro, a quando mi raccontava le storie di Pippo e della guerra, a quando correvo sotto le coperte e nonna lo chiamava per venirmi a cercare, a lui che mi veniva a prendere a scuola, alla sua bicicletta, alla sua Regata color oliva, ai suoi presepi giganti con il muschio vero, alle sue mani che sapevano sempre di pasticcino. A quando la nonna ci chiedeva “cosa volete per cena” e noi in coro: riso bianco con il grana! Come se il riso bianco fosse l’alimento più buono del mondo, come se non aspettassimo altro che quello. Ecco io in questi giorni pensavo: come sarebbe bello poter tornare indietro e rivivere quelle cose cosciente del fatto che sono uniche e non durano per sempre.
Questo è stato un pensiero fisso in questi mesi, mi è presa l’ansia di farmi sfuggire di mano le persone, le situazioni, la paura di non accorgermi che questo che mi stava accadendo poteva essere “l’evento da ricordare” e di conseguenza la paura a lasciare andare anche quello che poteva essere nocivo per me. Ho sempre pensato che lui fosse eterno, che la sua malattia non fosse una cosa insuperabile, lui è Ito, lui è sempre stato forte ed è sempre stato quello grande dei due. Invece no. Succede anche questo, succede che arriva Natale e tu realizzi che le cose cambiano, ma cambiano sul serio.
Ieri dopo una giornata sui colli piacentini, di ritorno da un pranzo molto impegnativo mi sono resa conto che anche in questa situazione lui mi ha insegnato qualcosa.
Ho capito di essere in grado di tenermi vicino chi amo, so prendermi cura di chi amo, so dimostrartelo, so tenerti accanto a me e soprattutto se una situazione è difficile io sorrido e provo ad affrontarla con tutte le mie emozioni del caso.
Non c’è ma c’è. Io sono così perché lui mi ha insegnato ad essere così, perché mi ha regalato dei momenti bellissimi a cui io posso aggrapparmi nei momenti di sconforto.
E poi diciamolo compare sempre 🙂
Diciamo che se dovessi stilare una lista dei buoni propositi dell’anno nuovo sarebbe la seguente:
- vorrei essere solo un filo più coraggiosa
- vorrei fidarmi di più di me stessa
- vorrei soprattutto inculcarmi in testa che non sono santa maria Goretti quindi un fanculo in più non fa cadere il mondo, non ti farà finire in un mondo parallelo, completamente sola, non verrai messa nella lista nera delle persone cattive anzi ti sentiresti molto più leggera, meno pentola a pressione e molto più rilassata.
E I VOSTRI buoni propositi? Quali sono?